Purtroppo non si ferma l’elenco delle vittime innocenti della Camorra. Proprio il 7 marzo del 2004 a Forcella che per chi non lo sapesse si trova nel cuore di Napoli, veniva uccisa Annalisa Durante.
A distanza di tanto tempo, oltre 15 anni, qualcosa nel suo quartiere è cambiato.
Ma come è morta la giovane Annalisa? Quali sono questi cambiamenti avvenuti nel suo quartiere?
Annalisa Durante, la sua morte il 27 marzo 2004
Quel 27 marzo del 2004 Annalisa si trovava in compagnia delle sue amiche, quando si è ritrovata e nel bel mezzo di un conflitto a fuoco, in una delle strade del suo quartiere.
Si tratta del quartiere Forcella che si trova proprio nel cuore di Napoli.
Quel conflitto a fuoco era stato organizzato da qualcuno che aveva un obiettivo ben preciso, quello di uccidere Salvatore Giuliano, un diciannovenne borse emergente del luogo.
Ovviamente Annalisa non c’entrava nulla e per schivare i colpi del Killer Giuliano decise di fare scudo, con il corpo della giovane Annalisa.
Quest’ultimo poi morì subito dopo in ospedale a soli 14 anni.
Dopo 15 anni il quartiere Forcella rinasce
A distanza di 15 anni, però sembra che nel quartiere sia cambiato qualcosa.
Il padre della giovane Annalisa non ha mai dimenticato la figlia e lo ha fatto non soltanto per se stesso, ma anche per gli altri giovani del quartiere.
Papà Giannino ha così lottato affinché i giovani del quartiere possano scegliere la via della legalità e possano salvare qualcosa di buono che c’è ancora a Forcella c’è.
“Nessuna celebrazione triste. Abbiamo ricordato Annalisa all’interno della biblioteca nata a suo nome nata proprio a Forcella”.
Questo quanto si legge in una nota diramata dall’Associazione “Annalisa Durante.
Oggi finalmente Forcella può contare su una rinascita e nel corso degli anni sono nati una serie di laboratori teatrali per le donne e per gli immigrati, ma anche attività di educazione musicale per i più piccoli.
Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione con le associazioni nate nel territorio, le parrocchie ed il comune di Napoli.
“Io non sono un prete anticamorra: sono un sacerdote che cerca di salvare i bambini dalla malavita, portandoli a scuola e in luoghi dove possano crescere lontano da questi esempi negativi”, ha più volte dichiarato Don Luigi Merola.
“A voce d’è criature”, è la fondazione diventato simbolo della rinascita di questi quartieri della città.
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