Una storia davvero surreale che potrebbe quasi sembrare una fiction, eppure è realmente accaduta. Una donna avrebbe partorito una figlia, ma subito dopo le sarebbe stato detto che la piccola era morta.
Dopo 45 anni è avvenuto qualcosa di surreale, ovvero la donna ha ritrovato la figlia, che ovviamente non era morta durante il parto. “Mi avevano ingannata”, racconta la donna.
La protagonista di questa storia è Ana Belen Pintado, una donna che vive nella provincia di Ciudad Real in Spagna, la quale è stata vittima di un inganno davvero crudele.
E’ questa la storia di uno dei tanti bebè rubati, sottratti ingiustamente alle loro famiglie e dati in adozione. Fortunatamente questa storia ha un lieto fine, anche se ovviamente nessuno potrà restituire a mamma e figlia 45 anni di vita trascorsi lontani l’uno dall’altro.
Le due, si sarebbero incontrate grazie ad una telefonata fortuita e soprattutto anonima, che ha mostrato alla donna, la triste e cruda realtà.
La figlia, non sapeva nemmeno di essere stata adottata, ma poi un giorno avrebbe ricevuto una telefonata anonima, nel corso della quale è stata comunicata l’identità della madre naturale, ovvero Pilar.
La storia
Ana Belen nasce nel luglio del 1973 e per ben 40 anni è convinta che i genitori con i quali è cresciuta, siano quelli naturali, poi improvvisamente ha scoperto la verità. Da quel momento Ana Belen è andata alla ricerca della verità ed ha così scoperto di essere una delle tante bambine rubate e sottratte ingiustamente alla sua mamma e data in adozione.
Le testimonianze
“La prima volta che ho telefonato a mia madre, lei era rimasta confusa e sconvolta, aveva parlato poco e addirittura mi aveva riattaccato”, ha raccontato la donna.
“Poco dopo, però, mi ha richiamato e mi ha fornito tutti i dati relativi alla sua gravidanza e alla mia nascita: tutto coincideva alla perfezione“, ha aggiunto ancora.
D’altra parte anche Pilar ha raccontato la sua versione: “Mi avevano detto che era morta lo stesso giorno del parto in clinica. Quando mia figlia nacque, me la misero per un po’ tra le braccia, poi la portarono via e mi intubarono, sedandomi. Una volta risvegliatami, mi dissero che la bimba era morta”.
E’ stato proprio dopo la telefonata che madre e figlia hanno capito che era arrivato il momento di incontrarsi e così hanno organizzato l’incontro, che è stato davvero molto emozionante.
Ovviamente, adesso, a distanza di tanti anni sarà difficile risalire ai responsabili di questa ingiustizia.
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