Questa che stiamo per raccontare è la storia di una Santa, ma diversa di quella di una volta. La cosa strabiliante è che a raccontarcela è suo figlio che quando prega si rivolge proprio a Lei, chiamandola Santa.
Proprio così perché Pierluigi Molla ha avuto una mamma speciale che per ciò che ha fatto, è divenuta Santa.
Raccontiamo questa storia, quella di mamma Santa Gianna e di quello che ha fatto per diventare Santa.
Gianna Beretta Molla era un medico che dedicava la sua vita al lavoro e metteva tanta dedizione in ciò che faceva. Oltre al lavoro aveva anche una splendida famiglia composta dal marito e da tre figli, nati a distanza di qualche hanno l’uno dall’altro. Pierluigi, Mariolina e Laura.
Il ritratto di questa donna dei nostri tempi, ci viene fatto proprio dal figlio. La mamma, canonizzata dal Papa Giovanni Paolo II, nel 2004, riceve tante preghiere da parte sua e la chiama mamma Santa.
La storia di Gianna Beretta Molla
Perché ci domandiamo, è stata canonizzata? Cosa può aver fatto di tanto speciale?Gianna Beretta Molla era una donna con mille impegni, sempre dinamica e attiva. Quando scopre di aspettare il quarto figlio è felicissima, ma poco dopo le diagnosticano un fibroma all’utero e le consigliano di interrompere la gravidanza.
Lei non ha un attimo di esitazione, desidera portare a termine la gravidanza e dare alla luce la sua bambina. Nonostante i medici la informano dei rischi che corre nelle sue condizioni, perché un parto di questo genere può farle perdere molto sangue e può mettere a repentaglio la vita sua e del nascituro, lei non ha dubbi.
E’ il suo un gesto di grande generosità, anche se per molti può sembrare discutibile, a far si che venisse canonizzata.
Oggi Pierluigi ha 59 anni ed è vissuto tutta la vita senza madre, ma nonostante ciò il padre ormai ultra novantenne, ha abituato i figli a sentire la mamma sempre vicino a loro. Non si è mai mostrato a loro sconsolato, anche se ne avrebbe avuto il diritto, considerando che ha cresciuto quattro figli da solo e tra le altre sciagure, dopo qualche anno, la famiglia è stata colpita dalla morte improvvisa della secondogenita.
Pierluigi ricorda la mamma con smisurato affetto e ammirazione: “La mamma amava straordinariamente la vita, non la morte. Ma proprio per questo, non poteva dare più importanza alla sua vita rispetto a quella di mia sorella Gianna Emanuela”.
Fa di lei un ritratto moderno, di una donna dinamica che aveva un sacco di impegni. Quella di mamma e papà era una famiglia benestante e molto felice.
Il suo obiettivo era guarire gli altri
Papà Pietro era un ingegnere, dirigeva vicino Milano, una fabbrica di fiammiferi. Mamma Gianna faceva il medico condotto e anche il pediatra a Mesero.
Erano cresciuti sia mamma che papà in famiglie numerose, molto religiose, amanti della vita e della famiglia.
Militavano entrambi nell’Azione Cattolica e si conobbero nel 1954, quando lei aveva 32 anni e lui 42 e nel giro di un anno si sposarono.
Nel 1956 nacque Pierluigi e dopo di lui due femmine. Nel 1961, mamma Gianna scopre di essere di nuovo in attesa, ma dalle prime visite il ginecologo scopre che nell’utero c’è un gosso fibroma che doveva essere tolto immediatamente.
Il medico le consiglia, quindi, d’interrompere la gravidanza per sottoporsi a una tecnica d’intervento per rimuovere il fibroma.La sua sarebbe una gravidanza a rischio, che avrebbe potuto compromettere la sua stessa vita. Anche se la dottrina cattolica ammette che una madre possa farsi curare durante la gravidanza, pur rischiando la vita del bambino, la donna non esita un attimo e non sceglie la strada dell’aborto.
“Fu una scelta coerente come tutta la sua formazione dettata dalla fede” ricorda Pierluigi. Così la donna porta serenamente avanti la sua gravidanza e giunta a termine, parla con il marito e gli dice queste parole.
“In caso di scelta obbligata, Scegliete di far vivere il bimbo e non me”. Lei era un medico, una persona intelligente, piena di tanta fede e amore per la famiglia. Amava suo marito e adorava il frutto del loro amore. La sua è stata una scelta dettata dai suoi principi.
E’ stata coerente fino alla fine. La sua unica speranza era che al momento del parto tutto sarebbe andato bene e sia lei che il loro bambino sarebbero sopravvissuti.
Trascorrono i nove mesi tra lavoro e famiglia che curava con tanta dedizione e che non avrebbe mai voluto lasciare. Sperava che tutto sarebbe andato per il meglio. La sua fervida fede, le faceva pensare che avrebbe avuto la possibilità di crescere quei figli che tanto adorava e aveva desiderato con tutta se stessa.
Non è andata così, purtroppo. La bambina nasce, dopo che alla donna viene fatto un parto cesareo. Arrivano le complicazioni che si immaginavano e il 28 aprile 1962 per peritonite settica, dopo sette giorni dalla nascita della sua bambina, lei muore.
Mamma Gianna muore a soli 39 anni e lascia a tutta la sua famiglia e alle persone che l’anno conosciuta, un grande messaggio di amore per la vita e di fede.
Pierluigi ricorda: “Qualche mese dopo la morte la Provincia di Milano le attribuì una medaglia alla memoria per l’impegno professionale come medico.
Il ricordo di Pierluigi Molla
Alla cerimonia era presente il cardinale Giovanni Battista Montini che fu molto colpito dalla storia di mia madre e diventato papa Paolo VI volle che fosse avviato il processo canonico.
Quando nel 1994 fu avviato il processo di beatificazione nel 1994 e la proclamazione della santità nel 2004”. La loro non fu una vita facile, senza la mamma. Pierluigi e Mariolina furono mandati in collegio a Imperia dove faceva la suora una delle sorelle di mamma Gianna e le figlie piccole restarono con papà e la nonna paterna.
Dopo due anni dalla morte della mamma, purtroppo, morì Mariolina per una malattia fulminante ai reni. Pierluigi ricorda il padre morto nel 2010 all’età di 98 anni.
Era un uomo forte. “Non l’ho mai sentito dire qualcosa del tipo: Dio, perché tutte queste prove?” Anzi, ci sosteneva ricordandoci che la mamma era ancora con noi, che ci ascoltava. Me lo ripeteva anche durante il funerale.
Il fatto di aver perso la mamma da così piccoli ci ha privato della sua presenza fisica. Naturalmente questo è stato ed è ancora un grande dolore. Ma la vicenda singolarissima che l’ha portata agli altari l’ha resa ancora più presente nella nostra vita.
Ci ha anche aiutato a conoscerla meglio». Gianna Beretta Molla è diventata “santa della vita e della famiglia” e non è l’immagine della tipica Santa, tutta casa e chiesa.
Lei rappresenta la donna di oggi, con mille impegni e piena di ambizioni e rivolta sempre al prossimo.
Lei amava la musica, suonava la fisarmonica e il piano, dipingeva e amava i bei vestiti. Guidava la moto e l’automobile, aveva un temperamento pimpante e gioioso.
E’ la donna in carriera di oggi che cresce i suoi figli, ma non rinuncia alla professione per cui ha tanto studiato.
“La mamma non è santa soltanto per il gesto eroico che ha compiuto, ma per tutto ciò che ha fatto in vita, in nome della dedizione per gli altri, per l’amore con cui curava i suoi pazienti e per la presenza amorevole in famiglia.”
“La sua scelta è stata la naturale conseguenza di tutta una vita.” Pierluigi sorride sereno, perché i suoi genitori gli hanno lasciata la serenità e l’amore incondizionato per la vita, al primo posto:
«Quando prego, come è naturale, le mie prime parole sono per lei: a volte mi ascolta, altre meno…».
Dovremmo riflettere su questa storia, in silenzio.
Oggi più che mai è vivo il ricordo di mamma Gianna, nel lavoro che svolge la più piccola delle sue figlie, quella nata per amore. Gianna Emanuela ha scelto di diventare medico come la mamma e ogni giorno cura i suoi vecchi malati, vedendo nei loro volti, quello della sua mamma che non ha mai conosciuto, ma sente comunque viva in ogni gesto che fa.
Grazie famiglia Molla per il vostro infinito messaggio d’amore. E grazie a Pierluigi Molla, la fonte consultata per scrivere questo articolo.