Oggi vogliamo parlarvi di alcuni fenomeni soprannaturali e nello specifico di 3 esperienze pre morte raccontate proprio da 3 persone che hanno fatto questo tipo di esperienza.
Ci vengono raccontate dal dottor Patrick Theiller ovvero un medico che per 10 anni ha lavorato come dottore presso l’ufficio delle constatazioni mediche del Santuario di Lourdes.
Il medico ha spiegato in “Quando la mia anima uscì dal corpo”, tre esperienze pre morte oppure avvenuta ai confini della morte.
Ho fatto un viaggetto in cielo: esperienze
Nel 2010 un pastore della chiesa metodista del Nebraska negli Stati Uniti scrisse un libro nel quale raccontò che il figlio fece una esperienza pre morte nel corso di una operazione di peritonite alla quale poi è sopravvissuto.
Il Bambino aveva soltanto 4 anni quando accade ciò. Fu un giorno passando vicino all’ospedale dove era avvenuta L’operazione che la mamma gli domandò se si ricordava di quanto avvenuto prima. «Sì, mamma, me ne ricordo. È là che gli angeli hanno cantato per me!».
«Gesù ha detto loro di cantare perché io avevo molta paura. E dopo andava meglio». Il padre sconvolto gli disse «Vuoi dire che c’era anche Gesù?» e il piccolo bambino disse: «Sì, c’era anche lui». Il padre gli domanda: «Dimmi, dov’era Gesù?».
Il bambino risponde: «Ero seduto sulle sue ginocchia!». La cosa davvero incredibile è che il bambino diede una spiegazione minuziosa di ciò che aveva visto e di come è il cielo e tutti i particolari che corrispondono alla Bibbia.
Il tunnel del neurochirurgo
Un neurochirurgo americano specialista del cervello non credeva assolutamente alla vita dopo la morte, ma poi dovette ricredersi. Qualche anno fa i medici gli diagnosticarono una meningite batterica che purtroppo lo portò ad uno stato vegetativo.
Fu proprio in quel momento che il dottore racconta di aver vissuto un’ esperienza pre morte e di aver fatto un viaggio in un ambiente ricco di nuvole e rosa e bianco.
Ricorda anche di avere ascoltato un suono molto simile ad un canto Celeste e di essere stato accompagnato in questa avventura da una giovane donna.
La Fucilazione
La terza testimonianza è stata certificata in occasione della canonizzazione di Padre Pio e si può tranquillamente leggere in una lettera di Don Jean derobert.
«In quel tempo lavoravo al Servizio Sanitario dell’esercito. Padre Pio, che nel 1955 mi aveva accettato come figlio spirituale, nelle svolte importanti della mia vita mi ha sempre fatto pervenire un biglietto in cui mi assicurava la sua preghiera e il suo sostegno.
Così accadde prima del mio esame all’Università Gregoriana di Roma, così accadde quando entrai nell’esercito, così accadde anche quando dovetti raggiungere i combattenti in Algeria.
«Una sera, un commando F.L.N. (Front de Libération Nationale Algérienne) attaccò il nostro villaggio. Fui preso anch’io.
Messo davanti a una porta insieme ad altri cinque militari, fummo fucilati (…). Quel mattino avevo ricevuto un biglietto da padre Pio con due righe scritte a mano: «La vita è una lotta ma conduce alla luce» (sottolineato due o tre volte).
«Vidi il mio corpo al mio fianco, sdraiato e sanguinante, in mezzo ai miei compagni uccisi anch’essi. Cominciai una curiosa ascensione verso l’alto dentro una specie di tunnel. Dalla nuvola che mi circondava distinguevo dei visi conosciuti e sconosciuti.
All’inizio questi visi erano tetri: si trattava di gente poco raccomandabile, peccatori, poco virtuosi. Man mano che salivo i visi incontrati diventavano più luminosi.
«All’improvviso il mio pensiero si rivolse ai miei genitori. Mi ritrovai vicino a loro a casa mia, ad Annecy, nella loro camera, e vidi che dormivano. Ho cercato di parlare con loro ma senza successo. Ho visto l’appartamento e ho notato che avevano spostato un mobile.
Molti giorni dopo, scrivendo a mia mamma, le ho domandato perché avesse spostato quel mobile. Lei mi rispose: “Come fai a saperlo?”.
Poi ho pensato al papa, Pio XII, che conoscevo bene perché sono stato studente a Roma, e subito mi sono ritrovato nella sua camera. Si era appena messo a letto. Abbiamo comunicato scambiandoci dei pensieri: era un grande spirituale».
In quel viaggio Don Jean spiega di aver visto migliaia di persone, di aver incontrato la Madonna e Gesù. Esperienze da condividere.
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