Una mamma contro ogni pregiudizio. Quanta strada bisogna ancora fare affinché le persone affette da sindrome di Down siano accettate e ritenute persone normalissime come tutti? Negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi avanti grazie a campagne di sensibilizzazione, ma tanto bisognerà fare ancora.
Le persone affette dalla sindrome di Down sono speciali e chi crede che siano uno sbaglio della natura pensano il falso. Mai pensiero ed opinione è stata più sbagliata, e le parole commoventi di questa mamma ne sono la testimonianza vivente.
Amy è una giovane mamma con una figlia affetta da questa sindrome. Ha voluto sensibilizzare tutti con uno splendido post. Affermazioni volte ad eliminare ogni pregiudizio dinnanzi a queste persone.
“A nostra figlia Penny è stata diagnosticata la sindrome di Down alla nascita quasi 14 anni fa. Quando è nata, avevo paura che sarebbe stata respinta dai coetanei, dagli insegnanti, dai medici e dalla nostra società più in generale. Ma ho imparato presto che la stragrande maggioranza delle persone nella nostra società è aperta a Penny e alle persone con sindrome di Down e altre disabilità” – ha esordito Amy.
Una mamma contro ogni pregiudizio: le parole toccanti di Amy

La giovane mamma ha portato alla luce come spesso sua figlia venga esclusa da alcune attività ma non per cattiveria ma perché non si sa come affrontare la situazione. “Penny a volte viene messa da parte da attività o eventi, non per cattiveria, ma per difficoltà a sapere come accoglierla” – ha detto.
Secondo Amy “La vera comunità non finisce con l’inclusione. La vera comunità è la capacità sia di comprendere la nostra comune umanità sia di abbracciare ciò che impariamo gli uni dagli altri attraverso le nostre diverse identità, e arriva quando ci diamo e riceviamo l’un l’altro in modo tale da trasformare tutti noi. Questo senso di appartenenza può essere coltivato nelle scuole, nelle chiese, nei gruppi di amici e virtualmente in qualsiasi altra struttura comunitaria.”
Le parole di questa mamma ci mostrano come purtroppo c’è ancora tanto da fare affinché queste persone vengano accolte nel migliore dei modi in tutti gli aspetti quotidiani.