La plastica non è solo un nemico dell’ambiente, ma anche del nostro corpo. Nessuno di noi in realtà lo sa, eppure ogni settimana mangiamo all’incirca 5 grammi di plastica. Diventano non meno di 250 grammi all’anno, con un totale di duemila frammenti ogni sette giorni.
E se questi rifiuti fanno male all’habitat, figuriamoci cosa possono produrre nel nostro corpo, anche perché sono molto difficili da eliminare, per quanto si tratti di frammenti minuscoli.
Plastica, ne mangiamo almeno 250 grammi l’anno
I dati sulla plastica che viene masticata dall’uomo ogni anno, ovviamente senza saperlo e quindi in maniera involontaria, sono assolutamente allarmanti. Il WWF infatti ha commissionato uno studio ad una equipe di esperti della Newcastle University. Hanno esaminato la possibile assunzione delle microplastiche attraverso gli alimenti più comuni ogni giorno, mettendo a confronto ben 50 ricerche su questo argomento.
Già in passato alcuni studi specifici su questo tema avevano messo in evidenza come le microplastiche siano in grado di raggiungere l’intestino. In particolare erano state esaminate le feci di alcuni volontari. Era emersa la presenza di alcune sostanze tipiche delle microplastiche, a cominciare da polipropilene e polietilene tereftalato.
Confrontando i dati di tutte le ricerche su questo tema, come hanno fatto gli esperti della Newcastle University, è emerso che ogni uomo ingerisce mediamente 2000 frammenti di microplastiche a settimana. Pari praticamente al peso di una normale carta di credito o di una carta bancomat.
Ma dove si trovano in particolare queste particelle di plastica invisibili all’occhio umano? In oggetti molto comuni, come le bottigliette d’acqua, ma anche nell’acqua che esce dal rubinetto di casa (in Europa oltre il 70% dei rubinetti contiene plastica), oltre che nel sale, nei molluschi e frutti di mare oltre che nella birra.
Come vedete, praticamente impossibile accorgersene, eppure la plastica c’è e può fare del male. E quali sono i Paesi più a rischio? Al momento, secondo le ultime statistiche, l’India e gli Stati Uniti.
Le conclusioni? Come sottolinea Marco Lambertini, direttore generale del WWF, bisogna rendersi conto che la plastica non è solo un inquinante dei nostri mari e corsi d’acqua, quindi serve un’azione a livello globale: “Dobbiamo fermare i milioni di tonnellate di plastica che continuano a diffondersi nella natura”.