La tragica storia di Laika. Lo scorso 3 Novembre sono passati 64 anni da quando la cagnolina Laika venne inviata nello spazio per diventare il primo essere vivente ad essere spedito in orbita. Andiamo a ripercorrere la sua storia.
Era il 3 novembre 1957 quando l’Unione Sovietica che stava combattendo per la conquista dello spazio insieme agli Stati Uniti lanciò in orbita lo Sputnik 2 con a bordo la cagnolina Laika. Un mese prima si era provveduto a lanciare lo Sputnik 1, il primo satellite spaziale ad essere lanciato. Una missione senza speranza, un sacrificio che per l’Unione Sovietica era necessario per accaparrarsi la fama della prima nazione ad aver lanciato nello spazio un essere vivente.
Laika venne scelta tra le strade di Mosca, era un randagio di 3 anni e 6 kg di peso. Fu scelta per la smisurata capacità di adattamento. “Le chiesi scusa in lacrime mentre la accarezzavo per l’ultima volta” – queste le parole della 90enne Adilya Kotovskaya, biologa e addestratrice nel giorno dell’anniversario.
La navicella con Laika a bordo partì in Kazakistan alle 5.30 di mattina. Il suo cuore durante le fasi di partenza fece registrare un battito cardiaco tre volte superiore alla norma. Poi una volta in orbita si tranquillizzò.
La tragica storia di Laika, morta poche ore dopo il lancio
La sua morte era stata programmata qualche giorno dopo l’inizio della missione. A ucciderla avrebbe dovuto essere il cibo avvelenato che le avrebbe evitato atroci sofferenze. Ma secondo fonti dell’epoca per soli 7 ore si ricevette segnali, poi il nulla. La versione ufficiale fu che Laika sopravvisse addirittura per oltre quattro giorni. In realtà era già morta dopo la nona orbita attorno alla Terra.
Gli scienziati non avevano calcolato l’influenza dei raggi solari sulla capsula che raggiunse al suo interno i 40°. Un caldo intenso e atroce che uccise la piccola cagnolina nel giro di poche ore tra atroci sofferenze.
Il satellite rientrò in atmosfera cinque mesi e oltre 2mila orbite dopo. Il suo corpicino carbonizzato fu rinvenuto all’interno della capsula recuperata al largo delle Antille.
“Laika è la prima cosmonauta della storia, sacrificata per il bene delle future missioni spaziali” – ha dichiarato Adilya Kotovskaya.
Ma in realtà il suo sacrificio servì a ben poco per la scienza visto che molte delle cose apprese dal suo viaggio in orbita già si sapevano. Di sicuro fece capire quanto fossero proibitive le condizioni attorno alla terra per un essere vivente.