La lettera di un figlio scritta per la sua mamma. Scritta da Franco Parlavecchio, ha voluto riportare in una lettera tutto il suo dolore. Non è facile dire addio ai genitori. Non è facile salutare per sempre la propria madre, la persona che ci ha messo al mondo.
Le emozioni sono piuttosto forti. Quando scompaiono i genitori, un pezzo di noi va insieme a loro, dall’altra parte. Ci sentiamo inevitabilmente perduti. Ci sentiamo come se nulla avesse più senso, o quasi.
Non siamo mai pronti per dire loro addio. Non lo saremmo mai, neppure da adulti. Perché i genitori sono il nostro legame profondo con la vita.
E, quando vanno via, il legame si spezza, almeno qui, sulla nostra Terra. Ci ritroveremo tutti dall’altro lato e potremo abbracciarli, stringerli, baciarli. Di seguito, la lettera di un figlio, ricca di emozioni e di riflessioni.
Mamma, pronto mamma, per favore rispondimi… Lo so che non puoi ma ho bisogno di parlarti, di sentire ancora la tua voce, di confrontarmi con te. Mira, la tua è la storia di una donna straordinaria.
Nata ad Istanbul da padre italiano e mamma tedesca, entrambi poliglotti, quando ti sei trasferita a Teheran, hai dovuto lasciare l’Iran, la tua casa solo con una valigia in mano, per viaggiare diversi giorni prima di arrivare ad Udine e poi in quella che sarà la tua città, Roma. Senza conoscere una parola d’italiano, parlando solo in tedesco.
Lettera di un figlio alla mamma
Da profuga di guerra, vivevi in una tenda, soffrendo fame e freddo, con i geloni ai piedi ed alle mani. Quelle sofferenze non le hai mai dimenticate e sono state alla base della tua grande persona. In qualsiasi momento pensavi a coloro che in caso di calamità fossero costretti a vivere per strada. Mi hai insegnato cosa vuol dire soffrire.
Poi pian piano una vita diversa, costruita mattone dopo mattone, tutto conquistato grazie alla tua capacità di guardare sempre oltre il muro senza paure. Sei sempre stata piena di curiosità, quella che ti ha fatto diventare colta anche se non hai avuto la possibilità di studiare; per te tutto era interessante.
La tua è stata una vita fatta cosi, sempre preoccupata per il benessere degli altri, hai tolto sempre a te ed hai ricevuto sempre troppo poco. Ma tu hai cambiato la vita di tanti, hai dato un senso a chi veramente ha capito la donna che sei stata.
Ancora ricevi le lettere di quella coppia di olandesi che hai aiutato circa dieci anni fa; smarriti nel caos romano. Si ricordano sempre. Non rammento una volta che ho sentito parlare male di te.
Fin da piccolo mi hai dedicato tutta te stessa; ti sei inventata una favola solo dedicata a me, quella che mi raccontavi tutte le sere, pur di farmi capire quanto mi amavi.
Il nostro, non è mai stato un rapporto fatto di baci e abbracci o di complimenti; per te c’è stato solo tanto amore, quel senso pratico di chi fa senza mai chiedere. Mi hai insegnato l’educazione ed il rispetto per il prossimo anche quando gli altri non lo sono con noi.
Ci sei sempre stata per me
Hai appoggiato le mie scelte e le hai difese comunque, anche se non eri d’accordo; solo per fiducia, solo per amore. Mi sei sempre stata vicina, con la massima delicatezza, senza mai invadere gli spazi, ma sempre presente.
Un dialogo unico, con il solo filtro della sensibilità, un filo di sentimenti che ha bisogno di poche parole per comprendersi.
Se ho imparato qualcosa di buono lo devo solo a te, al tempo che mi hai dedicato, alla tua pazienza, alla tua generosità, alla tua discrezione.
Penserò spesso ai nostri viaggi in montagna immersi nei colori e negli odori che hai sempre desiderato o a tutte le volte che sei venuta a casa mia; saresti stata ore in finestra ad ammirare il paesaggio. Sai cosa mi mancherà di te? Tutto. Perché sei stata tutto per me.
Penso spesso a quel mio sogno notturno ricorrente; di entrare in un cinema, incontrare te molto giovane che non mi riconosci o non puoi riconoscermi. Una sorta di strana angoscia che ora vorrei rivivere realmente solo per rivederti.
O all’albero di Natale; tutti gli anni dicevi che sarebbe stato l’ultimo, per poi rifarlo sempre perfettamente abbinato ed elegante come te. Tra poco avresti compiuto i tuoi 85 anni; concreta come sei, non hai mai nascosto la tua età ma erano gli altri a non crederci.
Senza te sarà tutto diverso; tu riuscivi a reggere l’idea di famiglia, hai portato avanti tutte le tradizioni, miscelando culture diverse; senza te questo non avrà più senso. Quasi 100 giorni fa un destino crudele ha deciso di accorciare d’improvviso la tua vita e di dilatare il mio dolore.
Ti avevano dato solo qualche giorno… ma la tua forza ed il tuo cuore d’acciaio hanno allungato la permanenza in un modo che non avresti mai meritato ma abbiamo avuto l’opportunità di vivere dei momenti di grande vicinanza, abbiamo trascorso intere serate a parlare con il cuore in mano.
Mi sento contiguo a te, come tutti dicono, rappresento un po’ la tua continuità, nei colori, nei modi, nel carattere, anche se non sarò mai come te. So che due anni fa ti ho fatto il regalo più grande di tutta la tua vita; mia figlia Sveva porta come secondo nome il tuo, Mira.
Ed anche se non avrà la fortuna di crescere con la tua presenza, con i tuoi insegnamenti, vivrà sempre consapevole di aver avuto una nonna che le ha dato tutto il suo amore e che la potrà accompagnare nel suo lungo percorso.
Rispetterò tutte le tue volontà, i tuoi desideri, scritti o meno, perché i tuoi desideri sono i miei, perché dentro di me ci sarai ogni giorno della mia vita. Con la tua morte Mamma è morta anche la parte migliore di me.
Non ci sarà un giorno in cui non ti penserò, così come hai fatto sempre per me. E’ impossibile pensare che non ci sei… Pronto mamma, pronto, ti prego rispondimi.
Lettera di un figlio alla mamma