Preghiamo con “se vuoi” e non con “devi”, solo così cerchiamo la volontà di Gesù. Pregare è sempre un momento molto intimo, in cui noi uomini e comuni mortali ci avviciniamo a Gesù. Lui ascolta sempre le nostre preghiere e non mai indifferente alle nostre sofferenze.
Al massimo, siamo noi che non siamo sempre pronti ad accogliere la sua di sofferenza. Spesso, durante la preghiera, ci rivolgiamo al nostro Signore con “devi”, come se non lasciassimo spazio alla sua volontà. Dovremmo essere più fiduciosi e parlare con il Signore dicendo “se vuoi”, senza alcuna imposizione.
Spesso si vive il momento della preghiera come un umiliazione e viene per questo frainteso il gesto dell’inginocchiarsi. Questo viene visto come un gesto servile e negativo.
Non c’è cosa più sbagliata, perché la preghiera è quel posto dove ciò che ci ha umiliato si trasforma e diventa richiesta, invocazione e richiesta. Una cosa è dirlo, un’altra è farla.
Preghiamo e invochiamo l’aiuto di Gesù senza alcuna imposizione e umiliazione
Spesso quando veniamo delusi e umiliati reagiamo con la collera, con la rabbia e con l’ingiustizia. Spesso il nostro istinto è quello di ribellarci contro tutti, compreso Dio che consideriamo colpevole del fatto di non aver preso le nostre difese.
Cosa fare in questi casi? La migliore cosa è pregare, senza alcuna pretesa. Recitare una preghiera che sia semplice e umile. Come abbiamo visto, le nostre preghiere spesso sono ricche di “devi”, come se volessimo imporre a Dio qualcosa, come se noi sapessimo cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Preghiamo cambiando il “devi” con “se vuoi”, consegnandoci in questo modo alla volontà del Signore, tanto Gesù non rimane mai indifferente a chi soffre ed a chi viene umiliato.
La preghiera, sostanzialmente è proprio questo, non umiliarsi per convincere Dio, ma portare davanti a lui la nostra umiliazione prima che possa consumarci dentro e incattivirci.
Il passo del Vangelo
In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!».
Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!». Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.
E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: «Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro».
Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte. (Mc 1,40-45)
Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio.
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