Conoscete la leggenda degli occhi verdi? Una bellissima leggenda, con qualche studio e prova che vi sorprenderà.
Infatti, molti studi hanno cercato di comprovare la correlazione tra il colore dell’iride e la propria personalità.
Chi ha gli occhi verdi, di solito ha una bordo di una sfumatura azzurra o nocciola. Una sfumatura davvero particolare e insolita.
Qual è la personalità di queste persone? Due aggettivi che li rappresentano a pieno sono generosità e altruismo.
Aiutano sempre gli altri quando ne hanno bisogno. Il loro aiuto è prezioso e incondizionato. Sono anche persone molto permalose, soprattutto se qualcosa le tocca da vicino: quindi…fate attenzione a ciò che dite, e a come vi ponete con loro.
Le donne con gli occhi verdi, sono spesso gelose del proprio partner e spesso anche molto pignole e puntigliose…però in amore sanno donare tutte se stesse.
L’uomo invece solitamente è vanitoso, gli piace mettersi in mostra: ma non per sentirsi superiore, solo perché gli piace farsi fare graditi complimenti, in compenso sono persone intelligenti e dolci.
In amore sono fortunati. Un giorno la giovane cacciatore giunse alle rive del Lago della Ninfa. Stanco, si sedette per rinfrescarsi il volto con l’acqua, quand’ecco un’apparizione incredibile affascinò la sua vista.
La leggenda degli occhi verdi
Sull’altra riva del lago era apparsa una fanciulla incredibilmente bella, che guardò il cacciatore fissandolo con i suoi occhi stranamente verdi. Il ragazzo ne rimase sconcertato e l’amore divampò in lui immediatamente.
La giovane guardò ancora il cacciatore, rise e si allontanò, scomparendo rapidamente. Allora egli la rincorse affannosamente, in vano inseguimento. Ai carbonai che incontrava chiedeva notizie.
“E’ la ninfa che si pettina al sole” rispondevano i carbonai, “una creatura malefica. Guai a chi si innamora di lei: è perduto!”. Così dicevano i carbonai, ma il giovane non credette loro. Ritornò il giorno successivo al lago, ed ecco che ancora la creatura meravigliosa gli apparve sull’altra sponda.
Così accadde per vari giorni; ma una volta il giovane, non sopportando più quel gioco crudele, le urlò il suo amore. Essa allora lo guardò a lungo con i suoi occhi verdi trasparenti e gettò sul lago per magia un iridescente ponte di cristallo, indirizzando al giovane un canto dolcissimo.
Il cacciatore si lanciò incontro alla bella ed era già a metà del ponte, quando questo si dissolse ed il promesso bacio della fanciulla ebbe il sapore delle gelide acque del lago.
La morte del giovane riportò il silenzio sugli alti prati dominati da aspre montagne. I carbonai commentarono variamente l’accaduto. Alcuni dissero che la ninfa, per punizione, era stata tramutata in dura roccia.
Altri invece affermarono che la fanciulla si pentì e, disperata, volle affidarsi all’innamorato nello stesso abbraccio di morte: si tuffò, anch’essa nelle acque ghiacciate e morì. Da allora avviene, talvolta, che si possano vedere sulla superficie del lago, fluttuare due nuvolette vicine.
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