E allora Dio creò il papà. Tutti noi abbiamo un papà, e ciò che fanno per noi è eterno. Ci sostengono, ci aiutano. I nostri genitori ci ispirano e ci guidano a fare di meglio. Dio creò il papà perché tutti noi potessimo essere protetti. Il racconto di quando Dio creò il papà.
Era questo che aveva in mente Dio. Nel racconto, parla con l’angelo e cerca di spiegargli perché avrà ognuna delle caratteristiche del papà. Le mani grandi, per poterci proteggere meglio; un po’ di severità, per insegnarci a crescere. Da dedicare ai nostri eroi.
– Cosa stai disegnando?
– Questo è un grande progetto. Rispose Dio.
– Che nome gli hai dato? Chiese l’angelo.
– L’ho chiamato papà. Rispose Dio continuando a disegnare il papà su un foglio.
– Papà, pronunciò l’angelo
– E a cosa servirebbe un papà?
– Un papà interviene per dare aiuto ai propri figli, saprà incoraggiarli nei momenti difficili, saprà coccolarli quando si sentono tristi. Giocherà con loro quando tornerà dal lavoro. Saprà educarli insegnando cosa è giusto e cosa no.
Dio lavorò tutta la notte dando al padre una voce ferma e autorevole, e disegnò ad uno ad uno ogni lineamento. L’angelo che si era addormentato accanto a Dio, si svegliò di soprassalto e girandosi vide Dio che ancora stava disegnando.
– Stai ancora lavorando al progetto del papà? Chiese curioso.
– Sì. Rispose Dio con voce dolce e calma – Richiede tempo.
L’angelo sbirciò ancora una volta sul foglio e disse: Ma non ti sembra troppo grosso questo papà se poi i bambini li hai fatti così piccoli?
Quando Dio creò il papà: il racconto
Dio abbozzando un sorriso rispose: E’ della grandezza giusta per farli sentire protetti, ma anche per incutere quel po’ di timore perché non se ne approfittino troppo e lo ascoltino quando insegnerà loro ad essere onesti e rispettosi.
L’angelo proseguì con un’altra domanda: – Non sono troppo grosse quelle mani?
– No, rispose Dio continuando il suo disegno. – Sono grandi abbastanza per poterli prendere tra le braccia e farli sentire al sicuro.
– E quelli sono i suoi occhi? Chiese ancora l’angelo indicandoli sul disegno.
– Esatto. rispose Dio. – Occhi che vedono e si accorgono di tutto pur rimanendo calmi e tolleranti.
L’angelo storse il nasino e aggiunse: – Non ti sembrano un po’ troppo severi?
– Guardali meglio, rispose Dio.
Dio lavorò tutta la notte. Infine, dopo essere rimasto un po’ sovrappensiero, aggiunse un ultimo tocco: le lacrime. Poi si volse all’angelo e domandò: «E adesso sei convinto che un padre possa amare quanto una madre?».
Fu allora che l’angioletto si accorse che gli occhi del papà erano velati di lacrime mentre guardava con orgoglio e tenerezza il suo piccolo bambino.
Dedichiamo il racconto a tutti i nostri papà: fallo anche tu per il tuo eroe speciale.