Le mamme che lavorano sono spesso trattate in quanto mamme, mai donne. Sì, perché essere una mamma, oggi, e avere il desiderio di lavorare, è ancora incompatibile.
Questo accade perché, per anni, la nostra società è stata patriarcale. Gli uomini portavano il pane a casa e le donne si occupavano del focolare. Alle donne, non è stato concesso di andare subito all’università.
Inoltre, le donne hanno cominciato a lavorare molto, molto più tardi rispetto agli uomini. E il loro salario non è mai stato pari a quello di un uomo. E qual è una delle domande più diffuse quando una donna fa un colloquio?
Quando una donna va a fare un colloquio, il datore di lavoro non chiede mai cosa sa fare. No. Le chiede se ha dei figli e soprattutto se intende averne in un prossimo futuro.
E che cosa accade quando una donna rimane incinta? Spesso, perde il lavoro. Per quanto la tutela dei suoi diritti stia avanzando, è ancora possibile licenziare una futura mamma.
Ma c’è molto di più. Sì, perché non è solo questo l’aspetto più brutto. Alla fine, quando nascerà il neonato, la donna si trasformerà totalmente in mamma. E la società la vedrà sempre così.
Mamme che lavorano: tenete duro, avete una marcia in più
Mancano le infrastrutture, mancano gli asili, mancano gli aiuti da parte dello Stato. Una madre dovrà fare tutto da sola, con il proprio compagno.
Ma sapete una cosa? Voi mamme avete una marcia in più. Perché? Perché essere una lavoratrice, una mamma, una moglie e una donna insegna un sacco di cose.
Vi lasciamo con lo scritto di Silvia Vianello, una professionista del Marketing che è stata persino inserita nella lista di Forbes tra le 100 donne italiane più influenti del mondo.
“Ho una storia straordinaria da raccontarvi che insegna tantissimo. Mi ha scritto Crystel una mamma di tre splendidi bimbi, che ha finalmente trovato lavoro.
Quando l’ho incontrata 2 mesi fa si era iscritta ad un nostro corso di marketing digitale. Era emotivamente distrutta che non trovava lavoro da un anno e continuava a ripetersi che era perché aveva 10 anni di buco nel CV perché aveva fatto 3 figli.
Le ho spiegato che nessuno le avrebbe mai dato un lavoro così. Ho suggerito: invece di dire che hai 10 anni di buco, prova a dire ai colloqui che con 3 bimbi:
Hai imparato a gestire budget limitati.
Sai gestire continui imprevisti.
Sai come far funzionare ed incastrate perfettamente un team di 5 persone.
Hai imparato ad organizzare più eventi contemporaneamente.
Hai sviluppato una straordinaria intelligenza emotiva e ti basta un solo sguardo a capire le persone.
Sai essere un ottimo acquirente e scegli al meglio i prodotti e i servizi giusti.”